Client:
Kotrijk Biennale Interieur
Type:
Temporary restaurant
Status:
Competition
Photography
bonadiocarlon
Partner
Delamont

Le Déjeuner sur l’herbe, as the iconic painting by Edouard Manet, recalls immediately a natural and spontaneous place where we can spend our spare time eating, talking and chilling out with our colleagues and friends.

The pavilion aims to reflect the value of the soil and the natural landscape, while around us the lack of free spaces and food availability are definitively urgent issues solidly connected with each other. The Pavillion has an alternative aesthetic using some ordinary materials, such as green meadow and fiber panels made with vegetables dried up and compressed, in order to create an olfactory ambient with elements of different consistencies. The vegetable fibers absorb the footsteps’ sound and transform the dishes presence on the table into a different experience both visually and acoustically. The floor is transformed into tables and stools reflecting the continuity of the landscape and the continuous, unceasing metamorphosis of the panorama. As a public park is a place where we run away from mass and noise, the soft hillside and the clods can be areas where to relax and socialize in freedom. Some clods are islands in different spaces of the Biennale introducing the installation right from the entrance.

The pavilion will become an uncommon place, simple and informal, where is really easy to socialize. Because, let’s be honest, what can be better for a real break of a déjeuner sur l’herbe?

Restaurant front facade
Prospetto frontale del ristorante
Restaurant lateral facade
Prospetto laterale del ristorante

Le Dejuner sur l’herbe , come il vivace dipinto di Eduard Manet, richiama immediatamente alla mente un luogo naturale e spontaneo dove sia possibile passare del tempo libero conversando, mangiando e rilassandosi con colleghi ed amici

Composition of the elements
Composizione degli elementi

Il padiglione rimanda al valore del suolo e del paesaggio, in un momento in cui intorno a noi la scarsità del suolo, del paesaggio naturale e della disponibilità di cibo diventano questioni importanti e strettamente legate l’una all’altra.

Il padiglione mostra un’estetica alternativa di alcuni materiali comuni, un tappeto erboso e dei pannelli di fibre vegetali essiccate e compresse, e crea un luogo odoroso, con elementi di consistenze diverse, in cui le fibre vegetali attutiscono il rumore dei passi, ed il fruscio dei piedi e dei piatti sull’erba diventa l’inusuale sottofondo di una pausa o di un pasto.

Il pavimento si trasforma in tavoli e in sedute, interpretando tanto la continuità del paesaggio quanto il continuo/incessante mutare del territorio. Le zolle si staccano e formano spazi inaspettati, fessure che si riempiono di persone durante la colazione o l’ora di pranzo, saturando lo spazio. Come un parco cittadino è luogo di fuga e rifugio dal traffico, dalla folla, dal costruito, così il morbido pendio e le zolle di prato diventano luoghi di pausa e di socialità, di libertà e di evasione; il terreno acquista forme diverse, e si declina creando spazi appartati e luoghi di condivisione.

Construction system with vegetable fiber panels
Sistema costruttivo con pannelli di fibra vegetale

Il padiglione crea un luogo insolito, semplice ed informale, dove viene spontaneo socializzare; perchè, diciamolo, cosa c’è di meglio, per una pausa informale, di un dejuner sul l’herbe?